Songs that remind you…things.

One night to you
Lasted six weeks for me
Just a bitter little pill now
Just to try to go to sleep
No more waking up to innocence
Say hello to hesitance
To everyone I meet
Thanks to you years ago
I guess I’ll never know
What love means to me but oh
I’ll keep on rolling down this road
But I’ve got a bad, bad feeling

It’s gonna take a long time to love
It’s gonna take a lot to hold on
It’s gonna be a long way to happy, yeah
Left in the pieces that you broke me into
Torn apart but now I’ve got to
Keep on rolling like a stone
Cause it’s gonna be a long long way to happy

Left my childhood behind
In a roll away bed
Everything was so damn simple
Now I’m losing my head
Trying to cover up the damage
And pad out all the bruises
Do you know I had it
So it didn’t hurt to lose it
Didn’t hurt to lose it
No but oh
I’ll keep on rolling down this road
But I’ve got a bad, bad feeling

It’s gonna take a long time to love
It’s gonna take a lot to hold on
It’s gonna be a long way to happy, yeah
Left in the pieces that you broke me into
Torn apart but now I’ve got to
Keep on rolling like a stone
Cause it’s gonna be a long long way

Now I’m numb as hell and I can’t feel a thing
But don’t worry about regret or guilt cause I never knew your name
I just want to thank you
Thank you
From the bottem of my heart
For all the sleepless nights
And for tearing me apart yeah yeah

It’s gonna take a long time to love
It’s gonna take a lot to hold on
It’s gonna be a long way to happy, yeah
Left in the pieces that you broke me into
Torn apart but now I’ve got to
Keep on rolling like a stone
Cause it’s gonna be a long long way

It’s gonna take a long time to love
It’s gonna take a lot to hold on
It’s gonna be a long, long, long, long way to happy, yeah
Left in the pieces that you broke me into
Torn apart but now I’ve got to
Keep on rolling like a stone
Cause it’s gonna be a long long way to happy

Pink
-Long Way To Happy-

Ieri mattina ho messo su il mio primo vinile…si, vinile. Il 33 giri del Greatest Hits degli ABBA, seguito dal 33 giri di The Dark Side of The Moon dei Pink Floyd.
Dopo circa vent’anni a casa mia è tornato il giradischi (sebbene sottoforma di convertitore mp3, ma sempre di giradischi si tratta..). E per me che ho tutti i ricordi di Natale legati al vecchio giradischi e alle canzoni in inglese natalizie che i miei mi insegnavano a cantare mentre decoravamo insieme l’albero (vero) con le palline rosse luccicanti (di vetro), poter riascoltare quelle canzoni proprio in questo periodo ha un valore inestimabile.
Sarà che poi comunque la magia del Natale su di me ha sempre un certo effetto, anche se negli ultimi anni non ci sono stati Natali molto felici e spensierati come quelli di un tempo.
Sarà che questo Natale una notizia poco felice, per non dire per nulla, mi è stata sbattuta in faccia per caso e con una mancanza di tatto tale da farmi capire quanto sia imprevedibile la vita e quanto le malinconie e le tristezze che ho provato in questi ultimi giorni alla fine erano soltanto dettagli.
Sarà che poi l’albero finto e le palline di plastica passano in secondo piano e ti fermi a pensare ai genitori e a chi, per un motivo o per un altro, le vacanze non ha potuto, o non ha voluto, passarle con loro, e un po’ ti senti piccola piccola perché tu che ce le passi non lo vivi come un momento bello, ma come una costrizione, una galera da cui fuggire.
E forse basta non pensarci, forse basta viversi le cose per quello che sono, belle se belle e brutte se brutte e stop. Forse tutto questo incubo che sto vivendo, questa spada di Damocle il cui filo bastardo sembra ogni giorno più sottile, serve proprio a farmi tornare un po’ indietro ai momenti in cui il Natale lo amavo davvero e a farmi dimenticare per un po’ il perché non lo amo più come prima.
Non lo so a che serve tutto questo, non lo so come mai l’imprevedibilità della vita sembra che ti si riversi contro quasi sempre a Natale…so soltanto che anche se un giradischi non ti cambia la vita, ed è passato di moda e non lo usa più nessuno…a me riesce ancora a regalare un sorriso. E anche se è malinconico, va bene così.

Incubi prenatalizi…

Giuro che non lo farò mai più.
Posso dire che per la PRIMA volta ho provato l’ebbrezza di ridurmi a fare i regali all’ultimo momento…e non so come ho fatto a sopravvivere…
Provo, tuttavia, una stima immensa per chi è costretto a lavorare in questo periodo, ad avere a che fare con gente indecisa, lenta, cafona, tirchia e soprattutto che del Natale se ne sbatte. Costretto a dover sentire per un’intero turno di lavoro discussioni tipo "che dici di questo?no costa troppo, no troppo poco, no, ma glielo devo fare, no perché me lo fa, ma allora se prendiamo quell’altro?no, ma non lo usa, non lo mette, non gli serve, non lo trovo, non gli piace, non lo so….non" Parola magica: non/no; ovvero la negatività, altro che spirito natalizio!
Perché alla fine diciamocelo, i regali che facciamo con calma, quelli scelti bene, senza nessuna corsa, senza ansia, sono quelli più belli, perché vengono davvero dal cuore.
E che senso ha regalarsi qualcosa che ti è costata dieci, cento, mille bestemmie per poterla comprare?

Detto questo spero di riuscire a pubblicare questo post, perché quest’anno la connessione non ho capito perché, ma salta ogni due secondi e i programmi che non riesco a far partire sono Facebook e Messenger…ed il fatto che nonostante questo io continui a provare a farli partire disperatamente ogni santo minuto, mi fa capire quanto stia diventando ossessionata da dette applicazioni.
Se questo post verrà pubblicato…faccio gli auguri di Natale a tutti coloro che leggono questo blog e che si chiederanno ad un certo punto, se non se lo sono già chiesto, che diavolo di fine abbia fatto…beh sono viva…ma la mia connessione no!
Un abbraccio pieno pieno di auguri natalizi a tutti…nonostante [come ormai tutti dovrebbero aver capito dagli ultimi post…] io abbia iniziato ad odiare
profondamente il Natale, annessi e connessi.

Big fish

"They say when you meet the love of your life, time stops. And that’s true.
What they don’t tell you, is that once time starts again,
it moves extra fast to catch up."

"You were a big fish in a small pond, but this here is the ocean, and you’re drowning. Take my advice and go back to Puddleville. You’ll be happy there."

Ci sono tre motivi per cui ci si sente in dovere di ringraziare Tim Burton per aver fatto questo film: la fotografia -che è meravigliosa e ti fa sentire come se avessi anche tu cinque anni-, Marion Cotillard -che è uno degli esseri viventi più belli che abbia mai visto-, e la colonna sonora -ovviamente del mitico Danny Elfman-.
Tutto il resto è bellissimo.

Per la serie al peggio non c’è mai fine..

Se c’è una cosa peggiore della malinconia natalizia è viverla da sola mentre tutti intorno a te si sbattono per fare regali ai propri ragazzi, ragazze, mogli, mariti, figli, E per una volta non mi viene da pensare "che bello, almeno risparmio la corsa al regalo, l’ansia di non saper cosa comprare e il dubbio di se piacerà". Quest’anno mentre cammino nella pioggia con i guanti troppo grandi a scaldarmi le mani e il freddo che mi entra nelle ossa, penso che sarebbe davvero bello avere qualcuno accanto mentre guardo le vetrine e penso ai regali per gli amici.
Qualcuno con cui litigare su chi porta l’ombrello, e che quando dici "ho freddo" ti abbracci e ti prenda le mani per riscaldartele un po’ nelle sue, anche se sono più fredde.
Qualcuno che ti smonti tutte le idee che hai dei regali che vuoi fare, e che quando dici senza pensarci "che bello quello!!!" ti dissuada dal prenderlo e lo tenga in mente per comprarlo a te.
Qualcuno che ti faccia venir voglia di uscire di casa e passeggiare perfino tra la bolgia infernale di questo infelice periodo, che faccia passare in secondo piano la prepotenza della gente, gli spintoni, le corse, le file alle casse, le lotte per chi prende l’ultimo modello diqualunquecosa.
Qualcuno con cui sparlare dell’ennesimo film di Natale per poi scegliere insieme di andarne a vedere un altro che magari non andrà a vedere nessuno a parte voi due. E al cinema qualcuno che mangi la stessa quantità di popcorn che mangi tu che anche se è troppo grande alla fine la finisci sempre tutta.
Qualcuno con cui scegliere di non far nulla a Capodanno, o magari di starsene in casa al calduccio perché sai che comunque la persona più importante con cui festeggiarlo è lì con te ad augurarti unfeliceannonuovoinsieme.
Qualcuno a cui leggere ad alta voce i brani dei libri che ami di più, le frasi dei film, le parole delle canzoni.
Qualcuno che non riesci a seguire quando ti parla perché continui a chiederti come fa ad essere così indiscutibilmente bella ai tuoi occhi. Qualcuno a cui dedicare "A te" di Jovanotti.
Qualcuno con cui andare all’Ikea come una tra le tante coppiette felici.
Qualcuno da fotografare di nascosto perché "così sei più naturale".
Qualcuno qualcuno qualcuno…..

Semplicemente qualcuno.

Perché ci sono cose che avresti voluto scrivere tu…

Non ho mai avuto il desiderio di recitare. Ma mi è sempre piaciuto molto leggere ad alta voce.
Ci sono delle cose che leggendole ad alta voce è come se prendessero vita anche dentro di te. Come se in quel momento riuscissi, leggendo a voce alta a far uscire le parole dal libro e a farle entrare un po’ nella tua vita, nella tua quotidianità.
Capita con quelle cose che avresti voluto scrivere tu. Cose troppo belle per lasciarle lì, senti l’esigenza di condividerle con qualcuno, imporre anche agli sconosciuti per strada di fermarsi a vederne la bellezza, l’intensità.
A me è capitato poco tempo fa, precisamente ad agosto, con un monologo tratto da Crave di Sarah Kane. Lo spettacolo era in lingua originale, ed io non mi ero mai imbattuta in quel monologo prima.
A spettacolo finito le parole, i suoni, il ritmo e l’intensità della recitazione di quel monologo mi sono rimaste addosso a tal punto che mi sono ritrovata a tremare, seduta su di un marciapiede, senza neanche accorgermi di quanto fossi commossa ed emozionata.

Sei giorni fa mi sono ritrovata di nuovo faccia a faccia con questo monologo, stavolta in italiano, non c’era nessuno a recitarlo, ma erano i miei occhi a leggerlo. Il risultato è stato lo stesso, con una differenza.
Stavolta più che la musicalità delle parole è stato il contenuto a farmi tremare.
Perché è come se Sarah Kane avesse scavato nel mio cervello e sulla mia pelle prendendo tutto quello che cerco in questo momento in una storia, tutto quello che vorrei vivere esattamente e come vorrei viverlo esattamente e l’avesse semplicemente trascritto.
E’ per questo motivo che ve lo ricopio qui:

"Voglio dormire accanto a te e farti la spesa e portarti le borse e dirti quanto mi piace stare con te ma quelli continuano a farmi fare stupidaggini.
[…]
E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti la mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e accarezzarti la pellee dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuo collo i tuoi seni il tuo culo il tuo

e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu  non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e l’altro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avewssi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero del bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando poi te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente fin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancor peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’ / assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te."

Febbre
Tutto il Teatro-
Sarah Kane