Mi piace il ver…

Mi piace il verbo sentire…
sentire il rumore del mare, sentirne l’odore…
sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra, sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco…
sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore…
sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente.
[Alda Merini]

Il mio augurio per te oggi

Il mio augurio per te è oggi è che tu sia in un posto felice.
Forse il mio augurio per te oggi è semplicemente che tu sia.

Dicono che sia molto comune diventare religiosi dopo un lutto. Ma come sempre per me è un caso a parte. Io non sono mai stata completamente atea prima e non sono diventata totalmente religiosa adesso.
Ho sempre creduto che qualcosa esistesse, seppure in qualche forma molto indefinita. La differenza è che adesso credere è diventato semplicemente un bisogno.
Quindi il mio augurio per te oggi è che tu sia da qualche parte in qualunque forma e che da quel luogo riesca a vedermi.
Perché mi rattrista il pensiero che tu ti perda le avventure dei miei ultimi 2, quasi 3, anni.
Non che siano avventure di chissà quale calibro, ma una madre, dicono, ha molto a cuore il futuro dei propri figli. E quindi mi rattrista che tu non sappia che, in qualche modo, sto seguendo le tue orme e che in quelle scuole inglesi penso spesso a quale sarebbe il tuo commento davanti a qualcuno che non lava la propria tazza con il sapone.
Mi rincuora, invece, poter credere che in qualche modo mi vedi. Che segui i miei percorsi e che, quando sogno, i tuoi consigli siano consigli veri, in qualche modo frutto di un’attenta osservazione.
Mi rende serena il pensiero che il tuo portarmi a Londra per mano in un sogno sia stata metafora di un futuro che si è verificato davvero. Che in quel momento mi stavi dando una direzione che per qualche strana ragione non ho faticato affatto a prendere. E su cui oggi sto decidendo di basare la mia intera vita futura.

Poi, certo, i più cinici direbbero che tutto questo non esiste, che è una mera proiezione mentale, che sto semplicemente cercando una giustificazione alla mia partenza, perché alla fine, chi resta, resta e ad andare via sono io.
Direbbero che i sogni sono una proiezione dei nostri desideri e che se il nostro desiderio è partire, ma c’è qualcosa che ci frena a farlo, prima o poi potremmo fare un sogno che dia una soluzione al nostro freno e che diventi una spinta in più a perseguire il nostro obiettivo.

Come dice Ralph Messenger, personaggio principale del libro che sto leggendo in questo periodo “Thinks…” a proposito del cervello e dell’anima:

“Everything that processes information [is a machine].
People go on stubbornly believing that there is a ghost in the machine however many times scientists and philosophers tell them there isn’t.”
David Lodge

Le scienze cognitive molto probabilmente hanno ragione e in futuro riusciranno magari anche a dimostrare l’inesistenza dell’anima o dell’aldilà.
In fondo ci sono giorni in cui anche io la penso così.
Ma oggi non è uno di quei giorni. Oggi, come tutte le seconde domeniche di maggio e tutti i 24 novembre o i 15 luglio e le feste comandate:

“Voglio però ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi e che come allora sorridi…” Francesco Guccini  – Canzone Per Un’Amica

E’ questo il mio augurio per te oggi: “che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”.

P.S. Per chi non se ne fosse ancora ricordato oggi è la Festa della Mamma.
Google ha realizzato un doodle apposito per l’evento. L’immagine che segue è stata realizzata con quel doodle. Il disegno che viene fuori alla fine è molto casuale.
Ma è una strana coincidenza: mia madre adorava gli elefanti.

Immagine

E’ stato un brivido stamattina a..

..regalarmi un tuo ricordo.

Era tardi ed ero ancora a letto in dormiveglia.

Ad un certo punto un rumore di tacchi mi ha fatto sobbalzare.

Era l'abitudine delle domeniche mattina, di quando ti sentivo rientrare di colpo in casa e mi accorgevo di aver dormito fino a tardi e di non aver fatto le faccende che mi avevi detto di fare,

E' stato un ricordo inaspettato, improvviso, come una petite madeleine di proustiana memoria che comunque mi ricorda te ed i tuoi autori preferiti.

Prima che quei tacchi mi svegliassero ti avevo sognata tutta la notte. Eri felice, ridevi, scherzavi, dicevi che avevi capito tutto di me "ormai".

Ti sto sognando molto ultimamente. E' una cosa che mi dà molta forza, molta serenità.

So che quei tacchi erano dell'inquilina del piano di sopra. So che quel passo non era il tuo passo, non aveva lo stesso tuo calibrato ritmo svelto di sempre.

Ma dentro di me, preferisco pensare che sia stata tu a svegliarmi questa mattina.

Buongiorno. 

Ma che colore ha…

una giornata uggiosa.

Oggi va così. Pomeriggio libero e ovviamente giornata uggiosa ne consegue.

Ho passato un po' di tempo a leggere le cose scritte tempo fa prima di convincermi a scrivere di nuovo.

Devo dire che non so da dove cominciare…ho scritto meno di niente ultimamente, su questo blog soprattutto, limitandomi a qualche recensione di film o libro…

Provo a tornare in me per un attimo e a scrivere un pochino di più.

N. libri sul comodino 2: "L'intelligenza emotiva" di Goleman e "Vendita Galline al Km 2" di Busi.

N. giorni che mancano alle ferie 2: ai quali seguirà una stupita ed incredula sensazione di nullafacenza per giorni q.b. prima di partire per la Spagna.

Ultimo film visto al cinema: Harry Potter e i doni della morte II parte (indiscutibilmente brutto)

Ultimo film visto al pc: La guerra dei Cloni, al quale seguiranno gli episodi di tutta la serie di Star Wars, giusto perché mi vergogno ad essere arrivata a 27 anni senza averlo ancora visto..

N. poster e/o varie ed eventuali attaccati alle pareti della camera di casa nuova: zero.

N. Momenti creativi nell'ultima settimana: 1: l'attuale, quindi immaginate quanta creatività nelle vene…

Insomma va tutto così così…barcollante arrivo a fine settimana dopo aver assorbito nervosismi e scleri di un luogo di lavoro sempre più saturo di malcontento.

Mi sento sempre di più come se fossi in treno, seduta sulla mia poltroncina a vedere il mondo passare fuori dal finestrino mentre faccio finta di ascoltare con più o meno attenzione i discorsi di chi mi sta di fianco.

E nel frattempo il tempo, la vita, passano e scorrono veloci lontano da me, prima che riesca ad accorgermene è già lunedì e ho passato il weekend a fare le pulizie, una lavatrice strapiena, o a vedere un brutto film al cinema.

Ho perso la bussola, non trovo davvero più la rotta.

Sarà forse l'effetto lavoro quando fai un lavoro che non ti soddisfa affatto da nessun punto di vista se non da quello economico?

Forse è così. Forse le persone disilluse che prima guardavo con stupore ora includono anche me. 

Ma non voglio pensare che sia normale, non voglio credere che il cinismo, il malcontento e le frustrazioni siano il prezzo da pagare per il raggiungimento dell'età adulta.

Mi voglio autoconvincere che non possa essere così. Che cambierà questa sensazione di stallo. Ma solo se sarò io a farla cambiare. 

song to say goOdByE

They can’t take that away from me

Frank Sinatra

There are many many crazy things

That will keep me loving you

And with your permission

May I list a few

The way you wear your hat

The way you sip your tea

The memory of all that

No they cant take that away from me

The way your smile just beams

The way you sing off key

The way you haunt my dreams

No they cant take that away from me

We may never never meet again, on that bumpy road to love

But Ill always, always keep the memory of

The way you hold your knife

The way we danced till three

The way you changed my life

No they cant take that away from me

Saluti, baci e lauree

Le quattro di mattina. Un abbraccio psichedelico in discoteca, uno strano arrivederci urlato tra luci confuse e maracaibo.
Un “ti voglio bene” e un “mi mancherai” che mi risuonano ancora nella testa.

E’ strano. Si passano due, quasi tre anni insieme a fare cene, discorsi, progetti, e poi all’improvviso ti accorgi che le persone sono sempre di meno. E che basta la discussione di una tesi di laurea a farti capire che alla fine le cose non sono eterne e difficilmente continuano per più di un tot.

Basta anche soltanto la proclamazione di qualcun altro a farti capire che è arrivato un altro momento di svolta nella tua vita, che anche se continui a rimandarlo resta comunque lì, alla porta, ad aspettarti.

Perché finita l’Università scuse non ne hai davvero più. E’ bello per molte cose. Triste per altre.
Per ora cerco di vedere il bello…magari riesco a laurearmi anch’io.

Auguri al profumo di caffè la mattina :)…il fusion senza di noi non sarà più la stessa cosa ;D

Per la serie a volte ritornano

Ripensavo al Conservatorio oggi.

A quando per paura dei giudizi degli altri non sono riuscita a vivermi appieno una cosa che amavo profondamente.

E alla fine è proprio questo il punto.

Il “punto” è che quando in gioco c’è una cosa che ami non ti puoi fermare a pensare.

E i più cinici diranno che questa è una gran cazzata e che in tutte le cose devi metterci cervello.

I più cinici penseranno che amore non vuol dire irrazionalità. E che anche quando ami devi fermarti a pensare a cosa è bene per te e cosa è male, cosa è giusto e cosa è sbagliato, almeno per te stesso.

Ed io ai più cinici dico di cambiare sito a questo punto. Perché se c’è un rimpianto che ancora oggi mi perseguita è proprio il non essere riuscita a manifestare quanto amavo qualcosa, per paura dei giudizi cinici di chi mi stava intorno. Ed oggi mi ritrovo con una chitarra in mano a pensare che forse doveva andare così, o forse no, ma la verità è che come sarebbe andata non lo saprò mai, per colpa di una razionalità non mia, ma dalla quale alla fine mi sono comunque lasciata sopraffare.

Ed ora capisco il senso dell’espressione “lanciare il cuore oltre l’ostacolo”. Lo capisco perché lo sto facendo, perché lo vivo e perché lo sento. Perché altro che ostacolo, il cuore non so proprio più dove l’ho lanciato e non so neanche dove e quando lo ripescherò e se quando ciò accadrà lo ritroverò malconcio o gonfio d’amore.
So soltanto che se c’è una cosa che ami la ami tu.

La vivi tu.

La senti dentro di te.

E gli altri difficilmente lo capiranno. Se lo capiranno tenteranno di disilluderti. Tenteranno di trovarti i pro o i contro delle cose. Perché fa parte di un amico farti vedere gli aspetti razionali delle situazioni. Ma tu, non puoi fermarti a crederci. Ci puoi provare, ma con scarsi risultati. Oppure puoi lanciare il cuore oltre l’ostacolo….

e vedere fin dove arriva…

passo

dopo

passo.

come musica…

Ogni volta che decido di immergermi nella musica è così.
Capita che quando torno al mondo reale poi non riesco a guardarlo con gli stessi occhi di prima.
Fa questo la musica alla mia vita: la plasma; come se fosse plastilina.
Nel senso che quando mi ci immergo porto con me il periodo che sto vivendo, lo faccio rivivere in lei
e poi una volta finito tutto scopro che è diventato qualcos’altro.
E anche se non saprei dire cosa è diventato e in cosa si è trasformato, riesco a vederne comunque la differenza..
di colore, sfumatura, spessore, grandezza…proprio come se fosse una statuetta di pongo.
E’ questo che fa la musica alla mia vita.
E’ un momento così profondo ed intimo con me stessa, così fuori dal mondo, da permettermi di concedermi il lusso, una volta tornata alla realtà, di poter guardare tutto da una prospettiva diversa. Come se fossi un’altra persona.
E ogni volta mi cambia un po’. Ogni volta è come se aggiungesse un gradino in più. Consapevolezza, sensazioni, razionalità, determinazione, energia,
ogni volta è qualcosa di diverso…ma è sempre quello di cui ho bisogno.
Per chi non prova questa sensazione mi è difficile riuscire a spiegarla meglio di così…perché si tratta di un momento che è altro da me e allo stesso tempo è me. E’ un momento in cui la musica, quella che suono, quella che ascolto, quella in cui mi "immergo", diventa una bolla di sapone indistruttibile, che
mi solleva da ogni cosa terrena, ogni cosa che non so spiegarmi, e non come se fosse una via di fuga, ma piuttosto come se volesse soltanto farmi vedere tutto
da una prospettiva diversa…e ci riesce sempre.
Non potrei mai scrivere se non fosse per la musica. E’ il processo stesso che mi permette di assimilare la realtà per poterne parlare in modo più analitico.
E’ per questo che ho voluto parlarne qui, perché se questo blog esiste e vive è anche grazie alla musica…ed è l’ennesima cosa che ho capito suonando.

Capirsi…ma anche no…

L’intelligenza emotiva.
Già, perché non tutti ce l’hanno, e forse è proprio questo piccolo particolare che, a volte, fa cambiare i rapporti.
Quella piccola lucina che ti dice quando stai esagerando e quando no, quando la persona accanto a te sta arrossendo e perché, quando sta male anche se ride, quando scherza anche se piange.
Ci sono persone che quella lucina ce l’hanno particolarmente sviluppata, così tanto, che dopo un po’ te la fanno sembrare la normalità assoluta.
Il problema è che anche avere qualcuno accanto con una forte intelligenza emotiva che ti aiuta e ti fa star bene quando ne hai bisogno, a volte è un rischio.
Perché necessariamente, quando questa persona non c’è, tu resti comunque con quell’abitudine addosso e senza neanche accorgertene, pensi che possa continuare ad essere la normalità…sentirsi capiti.
Poi però succede che ti trovi con qualcuno che così non è, e una piccola cosa, una discussione, una battuta fuori luogo, un atteggiamento diverso da come te l’aspettavi e tutte le tue convinzioni che ti rendevano serena crollano come un castello di sabbia.
Puff.
Anche le persone con una forte intelligenza emotiva possono sbagliare, del resto sono umane anche loro. Ma di sicuro quando sbagliano hanno la capacità di scusarsi per i propri errori esattamente nel modo in cui vorresti che lo facessero.
Eppure sulla terra non siamo tutti così, non è l’isola che non c’è di Bennato "dove tutti son Santi né eroi", le persone sbagliano, ti feriscono anche senza accorgersene, senza volerlo, e tu anche senza volerlo, anche se lo capisci, ci stai male. Anche con tutti i rinforzi possibili il castello di sabbia comunque di sabbia è.
Puff.
E se ogni volta che proviamo a ricostruirlo ci allontaniamo sempre di più dalla riva…prima o poi finiremo con lo smettere di farlo.
Il rischio resta il sale dei rapporti e il bello di continuare a portarsi dietro paletta e secchiello sta proprio nel gusto della creazione, nel piacere di costruire, che va al di là della durata della propria creazione.
L’importante è il momento. Che sia felicità, amore, spensieratezza, amicizia, pace, serenità, gioia, rabbia…l’importante è che sia intenso, che ne valga la pena.

Se fossi in radio dopo questo post metterei una canzone…lo faccio comunque:

Dillo pure che sei offeso
da chi distrugge un entusiasmo
da chi prende a calci un cane
da chi è sazio e ormai si è arreso
da tutta la stupidità
chi si offende tradisce il patto
con l’inutile omertà
rimane senza la protezione
del silenzio, dell’assenso
del "tanto dobbiamo sopravviverci
qui dentro"

Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando la mattina davanti al sole
non sei più sorpreso

Offeso

Dillo pure che sei offeso
dalle donne che non ridono
dagli uomini che non piangono
dai bambini che non giocano
dai vecchi che non insegnano
se hai qualcosa da dire dillo adesso
non aspettare che ci sia un momento
più conveniente per parlare

Quando vivere diventa un peso
quando nei sondaggi il tuo parere
non è compreso
quando dire amore diventa sottinteso
quando davanti al sole la mattina
non sei più sorpreso
dillo pure che sei
offeso

Niccolò Fabi
-Offeso-