Mi piace il ver…

Mi piace il verbo sentire…
sentire il rumore del mare, sentirne l’odore…
sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra, sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco…
sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore…
sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente.
[Alda Merini]

Questa la devo scrivere in italiano.

Modena per me.
Modena per me è la mail di una sconosciuta che ti chiede se stai cercando casa anche tu e poi diventa la tua migliore amica per parecchi anni.
Modena per me sono Corelli, Archirola e San Paolo. Ma anche Mascagni e Sigonio.
Modena per me sono 4 traslochi e 13 coinquilini cambiati.
Modena per me è consapevolezza di una verità che mi ha sconquassato la vita e mi ha fatto rinascere allo stesso tempo e che mio padre chiama “stile di vita che non approvo”.
Modena per me è chiudere una storia dopo 4 anni con un uomo che a mio modo ho amato molto.
Modena per me è chiudere una storia dopo 4 anni con una donna che a mio modo ho amato molto.
Modena è la felicità degli anni universitari in cui a cena si inizia in 3 e si finisce in 12.
Modena è sushi con i coinquilini che poi diventa sushi con le colleghe che poi diventa sushi con le amiche.
Modena per me è il primo lavoro serio.
E’ la consapevolezza di avere una famiglia acquisita che ti si stringe intorno quando muore tua madre.
Modena per me sono le 5 di notte con spaghetti aglio, olio e peperoncino.
Modena per me è il primo vero Amore che ti massacra quando lo perdi e ti fa rinascere quando sopravvivi alla sua fine.
Modena per me sono i lavori che ho fatto e i colleghi che ho cambiato: i matti, gli arcigni, gli speranzosi e i vili, gli inutili e gli autosufficienti, quelli che sbarcano il lunario e quelli che tanto c’è chi lo fa per te, quelli che si fanno un gran culo al posto di tutti, quelli che siamo una grande famiglia, quelli che domani ti dico qualcosa, quelli che non devi cercare soddisfazione nel lavoro, ma in te stesso.
Sono le varie edizioni dei festival di teatro e di filosofia, o delle feste dell’Unità.
Modena per me sono gli amici che cambiano e non ti parlano più.
Modena per me sono le amiche che sono andate via e ti chiamano ancora per dirti che ora hanno un figlio.
Sono le serate al Frozen e all’Off, al Keller e da Vincenzo.
Modena per me sono le schitarrate a squarciagola e il karaoke ubriachi.
Sono le chiacchiere fino al mattino davanti ad un portone.
Modena per me è la scoperta della chitarra al posto del violino.
E’ capire l’importanza di Guccini, De Gregori e De André.
Sono Aldina ed Ermes. Sant’Eufemia e La Bicicletta.
La Pomposa e il Griffins. La Vecchia Scarpa dove eravamo rimaste in due ad andare nei giorni feriali.
La bici che si chiama Virginia e la neve che te la seppellisce ogni mattina di febbraio.
Il mercato europeo con 4 compleanni di fila e le torte al parco.
Un bowling, un biliardo e i bimbiminchia che ne conseguono.
Le tigelle che sono crescentine che si vendono nel “posto dove si si fa la crescenza” (lol).
Il teatro piccolo, medio, grande. Giovane, di ricerca, borghese.
L’Università troppo grande e troppo piccola, troppo vecchia e troppo giovane.
Le lauree e le feste di laurea e la biblioteca Delfini con i dvd in ordine di regista che ti salvano la serata.
I miei fruttivendoli di fiducia indiani al Mercato Albinelli e il banchetto con il pane in offerta solo fino a una certa ora.
Piazza XX Settembre che è la mia preferita per la luce che ha.
Gli Scioperi Sindacali, Se non Ora Quando e i baci in piazza contro Giovanardi.

Modena per me è condividere.
E soprattutto è stata speranza per sette anni.

Sono successe così tante cose da sembrarmi un’altra vita e qualunque cosa io scriva non posso riassumerli in nessun modo, in nessuna lingua, straniera e non. Non riesco ad esprimere quanto mi si stringa lo stomaco ogni volta che ci penso, o come mi si contorceva mentre guidavo una macchina piena come un uovo per riportare roba in un luogo che non sento casa mia.

Però posso dire che nonostante la tristezza infinita per quello che lascio, tutto questo cambiamento, questo sradicamento forte mi fa capire quanto sia fondamentale credere nelle proprie scelte.
Quanto sia stato fondamentale credere in Modena prima di trasferirmi lì e quanto sia fondamentale credere in Londra adesso. E in noi stessi sempre.
Le città cambiano, le persone anche e più spesso di quello che crediamo cambiamo anche noi (e non esistono più le mezze stagioni :D).

Ma il risultato del cambiamento non conta. Perché il risultato è temporaneo come tutte le cose.
Il processo è quello che ci porta ad andare avanti. Il presente, il momento che viviamo mentre lo viviamo, mentre non ci accorgiamo di quanto sia prezioso e lo insultiamo dicendo che è noioso.

Non la destinazione, ma il viaggio.
E lo stato mentale che ci guida mentre attraversiamo la vita.

io sono fiero del mio sognare,
di questo eterno mio incespicare
e rido in faccia a quello che cerchi
e che mai avrai”

Ora basta con la predica. Vi lascio con questa: