Il castello errante di Howl e varie ed eventuali

Il castello errante di Howl è uno dei più bei film di animazione esistenti al mondo.

Anzi, no.

Il castello errante di Howl è uno dei film più belli esistenti al mondo punto e basta.

Non si può ben spiegare come e perché, ma proprio come il tema di cui tratta…è una magia.

Inutile dire che devo assolutamente e dico ASSOLUTAMENTE leggere il libro, che pare essere di tale Diana Wyne Jones (perdonino la mia ignoranza appassionati, conoscitori ed entrambe le cose).

Detto questo mi potete dire perché un libro del 1986 (ne parlo per partito preso dando per scontato che sia fantastico -e non in senso di fantasy- come il film) non è mai emerso tra noi poveri comuni mortali prima che ci facessero il Film???

Cioè sicuramente per molti esperti del settore fantasy sto bestemmiando, ma insomma voglio dire….

Cioè noi comuni mortali abbiamo Harry Potter… e Le Cronache di Narnia…e Il Signore degli Anelli, che senza dubbio per gli appassionati sono indiscutibilmente migliori -forse- di questo…ma il punto è "questo".

E cioè i mitici anni 80. 

Cioè ma cosa saremmo noi oggi senza gli anni 80?

E pensateci un po'… Le Cronache di Narnia e Il Signore degli anelli sono entrambi stati scritti negli anni '50.

Quindi facciamo un breve calcolo: 50 più 30 fa 80 che più 30 fa??

2010!

Inizio a sviluppare una teoria circa la trentannalità del genere fantasy, o perlomeno del successo del genere fantasy nel pubblico mainstream.

Ci pensate?

E che ne sarà di noi nel 2040?

o meglio cosa ne sarà di ciò che scriviamo oggi. Ci faranno dei film tra 30 anni?o tra 60?

Domande dovute alla mia ignoranza.

Se c'è qualcuno preparato che si è trovato a leggerle è pregato vivamente di sputtanare tutte le incongruenze di questo pensiero. Per il momento mi piace pensare di aver scoperto qualcosa.

'Notte.

Non buttiamoci giù

Non buttiamoci giù è – per chi non lo sapesse – un libro di Nick Hornby parecchio strano.

Ed è anche il libro che ho finito di leggere una settimanella fa e che mi ha lasciato un po' stupita sul finale.

E' anche il libro che ho comprato in aeroporto mentre tornavo a casa per le vacanze di natale, nonostante in quel periodo stessi cercando già di finire tre libri contemporaneamente e che, tra parentesi, non ho ancora finito.

Perché Hornby può piacere o non piacere come genere, ma una cosa su di lui non si può negare: è un genio.

Fa parlare, pensare, vivere ed agire quattro persone diametralmente opposte tra loro facendone venire fuori le differenze semplicemente attraversandone il lessico, le parole, il linguaggio, lo slang, e utilizzando ogni espediente linguistico possibile pur di renderle sinceramente come sono. Ad un livello tale da sembrare uno schizofrenico della lingua e dei pensieri. – in senso positivo ovviamente -.

C'è chi, non a torto, potrebbe obiettare che scrivere, e anche leggere, la storia di quattro sfigati che vogliono buttarsi da un tetto la notte di capodanno sia abbastanza deprimente. E sta anche in questo la bravura di Hornby, nel raccontare il perché dell'ingiustizia della depressione. Il perché dell'assoluta necessità di cercare di essere felici restando al mondo nonostante tutto. 

Insomma un gran bel libro, non fosse per il finale un po' non-finito, ma che forse è l'unico finale possibile per non apparire scontato.

Tante stelline per Hornby, dunque, e tanta curiosità di leggere altro.