Più punti di vista si scontrano. Più sentieri si cercano, sbattono l’uno contro l’altro e alla fine….non si ritrovano più. O forse si ritrovano, dopo un po’.

Non lo so. Succede che a furia di aspettarti che gli altri prima o poi ti tradiscano, alla fine ti tradisci da solo.
Succede che non ti rispetti più, che non rispetti più l’altro, che non lo consideri.
E sembra allucinante come da un piccolo gesto, da un piccolo errore riescano a costruirsi castelli e regni, film e romanzi….fiction, pura fiction. Sembra che tutto quello che mi circonda non mi appartenga davvero, che tutto quello che mi succede non accada realmente. Le paranoie che ho nel cervello sono così tante e tali che non riesco quasi più a vedere il confine tra  quello che penso sia accaduto e quello che è accaduto davvero.
E la domanda che per altre ragioni mi ha tartassato in questi giorni resta: ma il confine esiste? E’ reale? E qual è il confine tra sogno e realtà? Tra realtà e finzione?
Se lo chiede Kim Ki Duk in Ferro3. Se lo chiede Marzullo spesso e volentieri. Se lo chiede Lisa per il progetto della mostra. Me lo chiedo io quando non capisco il perché di una mia stupida azione.

E alla fine non c’è un perché. E se anche c’è, alla fine, chissenefrega del perché.
Si sbaglia e basta. Il perché non sempre ci è dato saperlo.
Anzi, a volte non saperlo ci fa solo bene. Come ho imparato dagli ultimi tentativi di "ricerca sul confine" se il confine non lo vedi è perché ci sei in mezzo. E se ci sei in mezzo, vuol dire che in fondo in fondo quel confine sei anche tu.

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"Studia, no non ne ho voglia. Studia!No non ne ho voglia!"… questa la frase che mi gira in testa.
"Gira" è il verbo giusto…va in circolo, come un interminabile loop.
Esami a giorni, scadenze che si avvicinano ed io che mi rendo sempre più conto dell’inutilità dell’università, dell’assurdità di questo sistema assurdo, dell’impossibilità di far corrispondere i propri studi alle proprie passioni.
Vorrei avere una vita parallela in cui sperimentarmi. E fare teatro, fotografia, corsi di scrittura creativa, corsi di arabo e giapponese, leggere tutti i libri del mondo…una vita infinita.
Invece son qui con davanti un libro sulla Conversation Analysis di cui non me ne può fregare di meno…a ristudiare nomi macinati e rimacinati che tornano ad affollarmi il cervello dopo aver fatto tanto per rimuoverli…Goffman, De Saussure, Wittgenstein, Goodman…

Grazie a Dio manca poco. Devo solo pensare a questo e stringere i denti ancora un po’…dicono che basti pensare a quello che hai già fatto per trovare la positività ed andare avanti…ci ho provato. Ma l’idea che dopo aver fatto 50 esami sia ancora qui a bestemmiare su pagine di cui non trovo un senso non mi rallegra affatto.